STORIE DA RACCONTARE

Il breve soggiorno torinese nel 1788 del conte di Cagliostro

TORINO. A Torino, porta naturale della nostra Penisola, transitarono e soggiornarono decine di personaggi famosi, gran parte provenienti d’Oltralpe oppure diretti a Parigi, Londra o in Spagna e Portogallo. Ma è stata anche la meta di chi, attratto dal mistero e dall’occulto, voleva scoprirne i segreti più reconditi. Tra questi personaggi ce n’è uno sulla cui vera identità sussistono molti dubbi e perplessità: il conte di Cagliostro. Corrisponde la sua figura a quella del palermitano Giuseppe Balsamo, di umili origini, o si tratta piuttosto di un nobile di origini portoghesi? La verità non la sapremo mai e questo continuerà ad accrescere l’alone di mistero su uno dei personaggi più controversi del XVIII secolo, descritto da molti come un inestimabile occultista e da altrettanti come un avventuriero senza scrupoli..

Per certo possiamo dire che Cagliostro soggiornò a Torino nel 1788, precisamente via Barbaroux angolo piazzetta Università dei Mastri Minusieri. Il palazzo è quello della famiglia Perucca della Rocchetta.

In Francia Luigi XVI aveva ordinato a Cagliostro di abbandonare il Paese, il giorno stesso della sua scarcerazione dalla Bastiglia, nonostante l’assoluzione dalle imputazioni relative al cosiddetto “scandalo della collana”, che vide coinvolta la regina Maria Antonietta. Cagliostro raggiunse Torino, prima tappa italiana della sua continua fuga. Era accompagnato dalla moglie Lorenza, che alla fine lo tradirà, consegnandolo alla giustizia del pontefice. Il conte Cagliostro non scelse a caso questa magione per il suo soggiorno, ma con cura, in base alla numerologia e all’astrologia. In quel periodo il palazzo ospitava, infatti, il caffè Saturno, pianeta esoterico per eccellenza.

Costruito come residenza di rappresentanza, l’edificio aveva anche un valore storico-artistico, ambientale e documentario. Costituiva uno dei più significativi e conservati esempi di palazzo settecentesco torinese. Presentava un caratteristico androne con volta a vela lunettata di tipo planteriano, il corpo centrale presentava una breve rientranza verso cortile, sottolineante il valore polare dell’androne nella sequenza scenografica degli spazi di ingresso e di cortile.

L’edificio verrà colpito da una bomba dirompente nel distruttivo bombardamento del novembre 1942, dopo essere andato a fuoco nel settembre dello stesso anno per una bomba incendiaria. Riporterà diversi danni, tra cui il distacco del tetto, il crollo di muri interni e dei pavimenti, la distruzione totale degli infissi con il crollo parziale delle soffitte. Nel giugno 1944 verranno effettuate opere di ripristino totale di muri e pavimenti. Oggi è un edificio di civile abitazione, sicuramente bisognoso di più attenzioni e di un restauro accurato.

Tornando a Cagliostro, l’esoterista e alchimista, assieme alla moglie, si fermò per poco tempo a Torino. In effetti, la fama di truffatore lo precedette e Vittorio Amedeo III venuto a conoscenza del suo arrivo, gli ingiunse di lasciare immediatamente il regno. Così la coppia si recò successivamente a Genova e poi a Venezia e Verona, soggiornando per un mese a Rovereto e quindi a Trento. Saranno quelle trentine le ultime tappe del suo lungo peregrinare per l’Europa, prima di raggiungere Roma dove verrà arrestato e processato per l’esercizio dell’attività massinics e di magia. La condanna a morte verrà commutata in carcere a vita, da scontare nella fortezza di San Leo in Romagna.

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore di Storie Piemontesi. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino e direttore del portale regionale di informazioni Piemonte Top News.

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