
“N’afé da doi ‘ndrit”, un affare da due diritti, come un Giano bifronte
Una tra le più curiose e efficaci locuzioni verbali piemontesi è sicuramente la seguente: “n’afé da doi ‘ndrit”, letteralmente: un affare da due diritti.
E proprio in questi “due diritti”, ovvero in queste “due facce” uguali o alternative tra loro, in questo Giano bifronte che si frappone tra noi e una scelta, che si nasconde il significato criptico di questo strano modo di dire.
La frase idiomatica si usa quando ci si pone di fronte ad un problema, una questione, un affare – appunto – che appare di non facile soluzione o comunque arduo da affrontare e da gestire.
In pratica non si sa da quale verso rivoltarlo, né da che parte prenderlo, perché il caso si presenta ambiguo, come una moneta su cui è incisa una testa o una croce da ambo i lati, oppure come un tessuto il cui rovescio non differisce affatto dal suo diritto, e la cui trama e il cui ordito ci sembrano identici da entrambi i lati. Un caso che… metterebbe in crisi anche i periti tessili, e di improbabile soluzione anche con il conta-fili.
Di primo acchito, quel “doppio diritto” potrebbe sembrare una facilitazione, ma in realtà rappresenta una complicazione perché nella fattispecie non si sa proprio da che parte iniziare, con il rischio di trovarci in una disarmante e imbarazzante situazione di prolungato stallo.
Ci auguriamo, a questo punto, di essere riusciti a svelare al Lettore il senso recondito di questa frase idiomatica, ancora molto usata dai Piemontesi.

Se non bastasse, nel tentativo di essere più esaustivi, riportiamo, a titolo di esempio, un ipotetico dialogo nell’ambito di una coppia d’antan intenta a programmare le vacanze estive di famiglia, in cui compare la frase in questione:
– Cò’ ‘t dise, Cichin-a: andoma an vilegiatura an Val d’Osta st’istà, o ’t preferisse andé an Liguria al mar?
– A l’é n’afé da doi ‘ndrit, Pierin. An montagna a së stà motobin al fresch, ma an Liguria le masnà a peudo fé ij bagn ant ël mar e dësmoresse ant l’aqua. I sai pròpi nen serne.

Dunque: spesso due “diritti” apparentemente identici, ma in questo caso, come talvolta accade, due diritti “antitetici”, ognuno con i suoi pro e con i suoi contro, per i quali una decisione definitiva può richiedere una dose aggiuntiva di riflessione, che peraltro è spesso innata nei saggi e prudenti subalpini.
L’espressione di cui stiamo parlando, ancora abbastanza frequente al giorno d’oggi tra i piemontofoni, era, in passato utilizzata più spesso. La gente in effetti, senza l’aiuto di Intelligenze Artificiali o di consultazioni sul web, per cercare di uscire dai vicoli ciechi e dai piccoli e grandi labirinti della vita, doveva necessariamente riflettere di più, facendo ricorso esclusivo alla propria Intelligenza Naturale. Oppure consultandosi con gli amici e con i più stretti familiari, piuttosto che con tanti evanescenti amici virtuali dei giorni nostri.
Sergio Donna



