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Il cognome Valfrè, dai trascorsi nobiliari, si rifà al personale Valfredo di origine germanica

Il presbitero Sebastiano Valfrè, attivo durante l'assedio di Torino del 1706, è venerato come beato dalla Chiesa cattolica dal 1834.

Il cognome Valfrè trae origine da una variante regionale del personale germanico Valfredo (o Gualfredo): da wald (capo, comandante, ma anche campo di battaglia) e frithu o frid (amicizia, pace), con il significato complessivo che può essere interpretato come “potente nella pace” o che “assicura l’amicizia tra i popoli”. Per talune occorrenze potrebbe allacciarsi al toponimo Vialfrè, piccolissimo comune del Canavese.

Si tratta di un cognome a diffusione medio-bassa. Lo troviamo iscritto all’anagrafe di una cinquantina di comuni del Torinese e dell’Astigiano. I nuclei più consistenti a Torino, Asti, Volvera (To, 9° per frequenza), Collegno, Orbassano, Pino Torinese, Castello di Annone (At). Un piccolo ceppo lo troviamo in Sicilia, qualche presenza anche in Liguria. In tutto designa circa 600 persone: 3/4 sono piemontesi.

Storicamente, i Valfrè, originari di Bra, vantano trascorsi nobiliari: furono conti di Andorno, Bonzo (1724), Borgo Sant’Agata e consignori di Montaldo Roero. Il motto: Bene agere et laetari. Furono diversi i personaggi illustri, a partire da Andrea Valfrè (1597-1675), poeta e scrittore nato a Bra (Cn), fu autore prolifico di sonetti, madrigali, canzoni. Sebastiano Valfrè(1629-1710), presbitero originario di Verduno (Cn), fu attivo durante l’assedio di Torino del 1706, oggi è venerato come beato. Leopoldo Valfrè di Bonzo (1808-1887), politico originario di Bra, fu anche generale d’artiglieria e direttore dell’Armeria Reale di Torino. Infine, Teodoro Valfrè di Bonzo (1853-1922), religioso originario di Cavour (To), fu nunzio apostolico in Austria-Ungheria e cardinale.

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