
Via Reano: la contrada torinese “sanpaolina” in cui si respira un’atmosfera di paese
Qui, all’angolo con Via Monginevro, il 26 Aprile 1945 cadde la prima vittima civile del Quartiere, colpita da un cecchino. La ricorda una piccola targa: era Maria Ferrato in Daldosso, di trentotto anni
C’è una viuzza nel cuore di Borgo San Paolo in cui il tempo pare essersi fermato.
Case ad un piano, balconi con i gerani, finestre spalancate per abbracciare la luce: tutto è avvolto in un silenzio surreale, in un’atmosfera di paese, rurale quasi. Eppure questa contrada, dritta e stretta, su cui nelle giornate di sole si apre una fetta azzurra di cielo, è una traversa che confluisce nella trafficatissima Via Monginevro. Ma dall’arteria più commerciale del Borgo, nella piccola via non filtra affatto – chissà perchè – né l’eco dello sferragliamento dei tram, né il rombo delle auto in transito.
Questa contrada è Via Reano, e Vi garantisco che a passeggiare sui suoi stretti marciapiedi di pietra che ne costeggiano le case, pare di tornare indietro di cent’anni.

Pochi sanno però che in Via Reano, proprio sull’angolo con Via Monginevro, il 26 Aprile del 1945, si consumò un crimine di guerra. Il 25 Aprile viene convenzionalmente considerato come la data della Liberazione dell’Italia del Nord dai nazi-fascisti: la realtà però, almeno a Torino, fu ben diversa. Nei giorni successivi al 25 Aprile, e fino ai primi di Maggio, in città gli scontri tra partigiani e operai da una parte, e tedeschi occupanti e repubblichini dall’altra, furono ancora intensissimi e feroci. Le rappresaglie erano frequenti e spietate e i caduti, anche tra i civili, risultarono purtroppo ancora numerosi.



Quel 26 Aprile del ’45, all’angolo tra Via Reano e Via Monginevro, la trentottenne Maria Ferrato in Daldosso attendeva con una certa apprensione il ritorno da scuola della più grande delle sue due figlie, Fernanda, allora tredicenne, ed oggi novantenne. Scariche di mitraglia echeggiavano di tanto in tanto tra le contrade del quartiere: la città era in fermento e i partigiani, scesi in città dalle vallate alpine, si apprestavano a intervenire a dare manforte agli operai arroccati nelle fabbriche, che si difendevano strenuamente dagli spari dei tedeschi in fuga.
Ma quella madre non fece in tempo a rivedere la sua figlioletta, perché un cecchino la colpì a morte sul marciapiedi. Quando Fernanda arrivò, sua madre giaceva a terra in una pozza di sangue. Un delitto che inesorabilmente segnò la vita di quella ragazzina, che con ammirevole caparbietà trovò comunque la forza di non interrompere gli studi, studiando di notte, prendendosi cura in prima persona dell’economia domestica in famiglia, e sostituendosi prematuramente alla madre nel compito di far crescere la sorellina di undici anni più giovane.
Da qualche tempo è stata affissa una piccola lapide sotto la targa in marmo bianco della Via Reano, a ricordare questo crimine: “Maria Ferrato Daldosso (1907 | 1945), Prima vittima civile dell’insurrezione in Borgo San Paolo. Uccisa dei cecchini tedeschi il 26 Aprile 1945”. Un memento, un monito per ricordare il valore incommensurabile della libertà e della democrazia.
Il nome di Maria Ferrato in Daldosso, insieme a quello di altri 2044 civili Torinesi, è pure inciso nel marmo del Sacrario delle Vittime Civili di Guerra, opera di Mario Oreglia al Cimitero Monumentale.
(Sergio Donna)