
Cibrario si rifà alla voce dialettale ciabrera (caprile): i precedenti illustri
Il cognome Cibràrio deriva dal piemontese ciabrera ossia “caprile” e si rifà come decine di altri cognomi, come ad esempio Chiabra, alla voce francese chevre (capra). In Piemonte il cognome è legato a poco meno di 300 famiglie, residenti in particolare nel Torinese: il suo ceppo più importante a Vauda Canavese (To, 5° per frequenza). Nelle altre regioni le presenze sono sporadiche, a partire dalla Liguria e Lombardia. In tutto designa circa 700 persone. All’estero: il nucleo più consistente è francese (150). Tra i cognomi composti troviamo Cibrario Fra (Collegno) Cibrario Bertolotti (Grugliasco), Cibrario Ruscat (Torino).
Storicamente parlando, i Cifrario vantano un passato illustre: furono conti, patrizi di San Marino e patrizi di Pisa. Originari di Usseglio nelle Valli di Lanzo, ebbero in Giovanni Antonio il capostipite che nel 1208 acquistò dal governo del diritto di eleggere i sindaci. Della famiglia fece parte il notaio Giambattista, padre di Luigi, cui il re Vittorio Emanuele II concesse il titolo comitale. Il motto: Si deus intersit.
Tra i personaggi ricordiamo in primis Luigi Cibrario (1802-1870), storico e importante politico torinese che ell’ottobre del 1848 fu eletto senatore del Regno. Fu poi per breve tempo nel 1852 ministro delle Finanze nel governo di Massimo D’Azeglio e successivamente dell’Istruzione pubblica (1852-55). In seguito alla guerra di Crimea sostituì per sei mesi Cavour al ministero degli Esteri (1855-56). Nonostante l’impegno politico continuò a dedicarsi con intensità agli studi storici. Tra gli altri personaggi illustri: Giacinto Cibrario (1843-2017), figlio di Luigi, fu avvocato, docente e politico torinese, deputato e senatore del Regno. Alberto Cibrario (1877-1962), anch’egli membro come Luigi della nobile famiglia originaria di Usseglio, fu medico e pittore, ebbe la croce di merito di guerra dopo il primo conflitto mondiale.