
A Torino, la Dama Velata si muove silenziosa nei pressi del cimitero di San Pietro in Vincoli
TORINO. Visitando la Galleria d’Arte Moderna (GAM), ci si imbatte in una statua suggestiva nota come La Religione, realizzata dallo scultore Innocenzo Spinazzi. L’opera è conosciuta soprattutto come La Dama Velata , per via del delicato velo che avvolge con grazia l’intera figura, rivelando solo i lineamenti morbidi e fragili del volto. Si tratta della replica di una scultura realizzata da Spinazzi nel 1781 per la Chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Firenze, luogo in cui è conservata a tutt’oggi. L’opera custodita a Torino è un toccante ricordo di una storia profondamente personale, poiché fu commissionata nel 1794 dal principe Aleksandr Michajlovi Beloselskij per ricordare la moglie, Barbara Jakovlevna Tatisjtjeva. La donna, nata a Mosca da una potente famiglia nel 1764, si trasferì nell’allora capitale dello Stato sabaudo per seguire gli affari del marito, ambasciatore della zarina Caterina di Russia alla corte dei Savoia. Dando alla luce il suo terzo figlio, la principessa perse la vita. Aveva soltanto 28 anni e la sua prematura scomparsa lasciò un vuoto profondo nel cuore del marito. Nella sua ricerca di conforto, si rivolse alla preghiera, cercando conforto nella fede mentre ne piangeva la scomparsa.
L’affascinante principessa russa, devota seguace della fede cristiana ortodossa, fu sepolta nel sereno cimitero di San Lazzaro, dove la scultura funeraria comprendeva non solo la statua della Religione , ma anche un medaglione con il ritratto della principessa, sorretto da tre cherubini. Il monumento era ulteriormente adornato da una commovente iscrizione dorata in francese, un sentito omaggio dettato dallo stesso principe addolorato che recitava così: “Oh, sentimento! Sentimento! Dolce vita dell’anima. Quale cuore non hai mai colpito? Qual è lo sfortunato mortale cui non hai mai offerto il dolce piacer di versar lacrime, e qual è l’anima crudele che, dinanzi a questo monumento così semplice e pietoso, non si raccolga con malinconia e non condoni generosamente i difetti allo sposo che l’ha innalzato?”
Tuttavia, la storia del cimitero di San Lazzaro subì una svolta quando, dopo la sua chiusura, sia il monumento funebre, sia le spoglie della principessa furono traslate nel 1866 nell’altro cimitero di San Pietro in Vincoli. Con il passare del tempo, anche quest’ultimo cimitero affrontò il triste destino: con la sua chiusura diventò la meta preferita di vandali e dei cultori delle messe nere. Durante questi anni, il monumento fu smantellato, lasciando in vita solo la statua, sebbene ora tragicamente incompleta, poiché le mancano una mano e il libro che un tempo teneva delicatamente nella mano destra. Le circostanze di questa perdita suggeriscono la probabilità che anche i resti della principessa siano stati rubati, aggiungendo un’ulteriore dolorosa narrazione al suo luogo di riposo.

Da questa storia tumultuosa, iniziò a emergere una leggenda, quella del fantasma della Dama Velata che ancor oggi si aggirerebbe nei pressi del cimitero, vagando poi per le strade che costeggiano la Dora, forse nel tentativo di ricongiungersi con l’amato marito. Si dice che l’aspetto suggestivo ed etereo di questa figura spettrale il secolo scorso abbia catturato l’attenzione di un certo tenente d’artiglieria di nome Enrico Biandrà, che affermò di averla vista apparire e poi svanire nel suo alloggio.
Come detto, nel tentativo di proteggere questa amata statua da ulteriori atti vandalici, è stata successivamente trasferita all’interno della GAM. Purtroppo l’opera non è accompagnata da una didascalia che ci racconti le sue peripezie e che ci permetta di ricordare Barbara. Sebbene il suo spostamento fosse finalizzato a preservare l’opera d’arte, ha inavvertitamente sminuito l’aura e il significato che la statua un tempo aveva nella sua sede originale all’interno del cimitero. Ora, a San Pietro in Vincoli, una replica bidimensionale si trova nello spazio in cui un tempo la statua ornava il parco, a ricordare la toccante storia e la duratura eredità della principessa russa.