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Non tutti sanno che… Erasmo da Rotterdam si laureò in teologia a Torino nel 1506

Sapevate che Erasmo da Rotterdam si laureò all’Università di Torino? Il 4 settembre 1506, il celebre umanista olandese discusse la sua tesi, ottenendo il titolo di dottore in teologia. Torino, allora poco più di un piccolo centro, poteva comunque vantare un ateneo tra i più rinomati d’Europa. Fondato un secolo prima da Ludovico di Savoia-Acaia, signore del Piemonte, su richiesta di alcuni docenti provenienti da Pavia e Piacenza, l’istituto nacque con l’intento di durare nel tempo. Da allora, Torino ha arricchito la sua storia con numerose personalità di rilievo che hanno calpestato il suo suolo. E fra i primi in assoluto ci fu uno dei più illustri pensatori dell’umanesimo.

Nato a Rotterdam nel 1469, Erasmo era il figlio illegittimo e secondogenito di un prete, Gerard de Praët. Rimasto orfano di entrambi i genitori a diciotto anni e privato degli averi ereditati dalle balie, fu costretto a prendere i voti e divenne sacerdote nel 1492. Seguì il vescovo di Cambrai, che lo volle come segretario personale, viaggiando in tutta Europa e frequentando le lezioni di Manunzio, Montaigne e Tommaso Moro. Dopo un periodo in Francia, tornò in Inghilterra, dove si occupò dell’educazione dei figli di Giovan Battista Boeri, Bernardo e Giovanni. Quando i due intrapresero un viaggio in Italia, Erasmo li seguì, arrivando a Torino, dove, il 4 settembre 1506, si laureò in teologia nella prima storica sede dell’ateneo, che si trovava in un edificio, ormai scomparso, in via San Francesco da Paola, a due passi da piazza delle Erbe. Il giudizio degli esaminatori “idoneo e sufficiente” fu decisamente modesto rispetto alla fama che precedeva l’umanista olandese. All’epoca, Erasmo non aveva ancora scritto la sua opera più celebre, “Elogio della follia”, ma aveva già 40 anni ed era un autore prolifico apprezzato nelle grandi capitali europee. Sorprende dunque che l’università torinese gli abbia concesso una così modesta menzione. Sicuramente gli esaminatori, in particolare fra’ Bernardino de Pirro, avrebbero potuto essere più magnanimi con uno dei pensatori più influenti al mondo. Ma forse fu proprio la sua ritrosia a non schierarsi che ne penalizzò il giudizio.

Attraverso una critica ferma e decisa nei confronti della Chiesa di Roma, Erasmo aveva anticipato alcune questioni che sarebbero poi state poste da Martin Lutero e dalla Riforma protestante. E, nonostante le pressioni di Lutero, non si schierò mai con essa, ma non appoggiò neanche la reazione cattolica: lo scontro tra le diverse confessioni cristiane per lui altro non era che il trionfo della violenza e del dogmatismo a cui, in nome della tolleranza, si era sempre opposto. Figlia di questo scontro frontale fu la sua opera più importante, “Elogio della follia”, dedicata all’amico Tommaso Moro: un’opera nella quale traspare la sua critica feroce ma al contempo ironica e giocosa ai mali del mondo e della Chiesa dell’epoca. Una Chiesa offre uno spettacolo desolante, segnata da papi corrotti e nepotisti, indulgenze compravendute, livelli imbarazzanti di ignoranza e credulità. Certo è che il suo rifiuto di schierarsi gli fece guadagnare l’antipatia tanto di Lutero e dei protestanti quanto dei cattolici:  morì nel 1535 a Basilea, solo e abbattuto per il conflitto che si era sviluppato tra le confessioni cristiane, dopo aver dato alle stampe opere di grande spessore come “De libero arbitrio” (1524) o “De sarcienda Ecclesiae concordia”, in cui manifesta la sua lontananza dalla violenza protestante. 

Nel 1876 alcuni suoi ammiratori hanno ricordato la data del 4 settembre 1506 con una lapide nel cortile de Rettorato che recita: “A ricordo del giorno 4 settembre 1506 in che fu laureato nella università di Torino Erasmo di Rotterdamo sommo filosofo degli studi greci e latini libero ristauratore”.

Se qualcuno si chiede se il celebre progetto universitario Erasmus prenda il nome dall’illustre laureato del Cinquecento, la risposta è sì, facendo riferimento a un acronimo: European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. Questo acronimo è stato scelto per omaggiare l’umanista e filosofo Erasmus, sottolineando quanto sia importante oggi, come in passato, aprirsi a culture diverse dalla propria.

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