
Valentina Leone ci racconta la sua opera prima, un viaggio dove i protagonisti ritrovano se stessi
A maggio è uscita la seconda edizione del romanzo Quando sarai a casa, della torinese Valentina Leone, uscito nel 2024 per i tipi di “Argentodorato Editore”, dopo il successo ottenuto nel 2021 nel Premio letterario nazionale indetto dalla stessa editrice. Una bella soddisfazione per l’autrice che con la sua opera prima ha avuto la possibilità di presentare in Piemonte la sua opera prima, in occasione di eventi culturali importanti.
Tutta la vicenda del romanzo è attraversata da un viaggio in camper che parte da Torino in direzione Sud, affrontando tematiche profonde come la multiculturalità, la ricerca di sé, l’accettazione della diversità e il desiderio di sentirsi a casa. La trama si sviluppa attraverso le vicende incrociate di due protagonisti: Alba, una giovane donna che ha fatto scelte sbagliate, e Latif, un ragazzo di diciassette anni di origine tunisina, trasferitosi a Torino per volere del nonno. Il loro incontro, il viaggio che condividono sul Glorioso, un vecchio camper, e le rispettive storie personali diventano occasione per riflettere su identità, radici e nuove appartenenze. Attraverso un viaggio che è geografico, culturale, ma soprattutto interiore, Alba e Latif riescono a ritrovare se stessi è anche un luogo in cui essere finalmente a casa.

L’autrice nasce a Moncalieri (To) nel 1978. Trascorre l’infanzia viaggiando in tutti i luoghi raggiungibili in camper dall’Italia, mezzo che diventa il suo modo preferito per conoscere il mondo. Laureata in antropologia culturale, insegna italiano e storia in un istituto tecnico commerciale. Prima di questo romanzo ha scritto racconti pubblicati in antologie (Historica Edizioni, Pezzini Editore). A maggio 2025 il suo racconto Due vite, una sola felicità, dedicato all’esploratrice Ida Pfeiffer, è entrato a far parte del volume Ritratti di Donne 3, curato da Sara Rattaro per Morellini Editore.
«Questo mio primo romanzo – ci confida Valentina – trova spunto dalla scuola in cui insegno lettere (l’Itc Sommeiller di Torino, ndr), molto frequentata da studenti di origine straniera. Per quanto i ragazzi siano spesso molto più aperti di noi adulti nel mettere in pratica il concetto di “inclusione”, talvolta le loro difficoltà culturali ed emotive sono tangibili. Questa storia è un inno all’amicizia, alla possibilità di “sentirsi a casa” comunque, a patto che si decida di impegnarsi nella ricerca della propria felicità. Pur essendo un esordio e io una perfetta sconosciuta, ha avuto un buon successo di pubblico. E’ stato presentato al Salone del libro di Torino, a Portici di Carta, in alcune scuole piemontesi e in diverse librerie di Torino. E a proposito di scuole, ci terrei a ribadire che il libro è adatto a tutti, anche a un pubblico di ragazzi».