
Volpiano, il “De Bello Canepiciano” si chiude con un successo di partecipazione: arrivederci al 2027
Nel fine settimana del 4 e 5 ottobre, presso la cittadina di Volpiano (Torino), si è tenuta la rievocazione storica che coinvolge l’intero paese, che si presenta in versione medievale, con figuranti, banchi di artigiani, musici, artisti di strada e molto altro.

L’evento nasce da un’idea di Sandy Furlini, dell’Aps Tavola di Smeraldo ed è giunta all’ottava edizione, con l’intento di inscenare un periodo particolare della storia di Volpiano, il 1339. In quell’anno Giovanni II Paleologo, marchese del Monferrato, conquistò il castello di Volpiano, ponendo fine al controllo dell’Abbazia di Fruttuaria e dando inizio alla sua espansione nel Canavese. Questo episodio segnò la fine dell’autonomia del borgo, ed è oggi al centro della rievocazione storica che prende il nome latino di De Bello Canepiciano, gestita con perizia e cura del particolare, tanto che non è possibile l’entrata del pubblico in costume se questo non è preventivamente accettato dagli organizzatori.


Ogni due anni, Volpiano si trasforma in un villaggio medievale, le strade si riempiono di stendardi, tamburi, cavalieri e popolani in costume, le contrade del paese si sfidano nel Palio dei Borghi, tra giochi di abilità, prove teatrali e competizioni ispirate alla vita del Trecento. Vengono letti documenti originali, come il testamento del marchese Giovanni II, redatto nel 1372, e si ripercorrono le tappe della sua campagna militare.
Nel 1300 Volpiano era un borgo rurale sotto l’influenza dell’Abbazia di Fruttuaria, con un’economia agricola e una struttura feudale, immerso nelle tensioni politiche tra le grandi casate del Piemonte, in particolare per la posizione strategica in cui si trovava nel Canavese.

Il borgo era dominato dal castello, fulcro della vita militare e amministrativa, e la società volpianese era organizzata secondo i modelli feudali, contadini, artigiani e piccoli proprietari vivevano sotto la protezione e il dominio dei signori locali. Le abitazioni erano semplici, in pietra e legno, e il centro del potere era il castello, attorno al quale si sviluppava il nucleo abitato. Le attività principali erano l’agricoltura, la pastorizia e la produzione di beni di prima necessità. Le vie di comunicazione erano limitate, ma il borgo era inserito in una rete di scambi che coinvolgeva altri centri del Canavese.
Quest’anno la rievocazione proponeva un ricco ventaglio di proposte culturali e anche… sportive, infatti in alcune piazze si svolgevano interessanti combattimenti con costumi e armi d’epoca, in altre si poteva assistere a spettacoli di musica dal vivo o a quelli degli artisti sui trampoli, rigorosamente in costume medievale. Notevoli le mostre sulla stregoneria di Yume edizioni e quella sulla tortura di Aps Tavola di Smeraldo, presidiata dalla Compagnia dell’Orso, con l’incarico di spiegare come venivano portati avanti i fatti giuridici a chi era interessato.



Non sono mancate le conferenze, sempre a cura di Yume edizioni, che hanno affrontato, tra le altre, tematiche legate al cibo, al viaggio, ai testi giuridici utilizzati nella caccia alle streghe, alle reliquie e agli immancabili Savoia, con relatori come Abrate, Centini, Aimonetto, Manticelli, Copperi, Giani, Frontino, Roux e l’ausilio dell’Unitrè di Volpiano.



Tra le centinaia di banchi e di gruppi storici che hanno gioiosamente popolato la cittadina: i musicisti della Compagnia del Coniglio, i figuranti del mercato ortofrutticolo, la Cavalleria del Marchese e la straordinaria partecipazione dei cavalieri cenedesi in armatura completa, i menestrelli, la falconeria, il notaio e lo speziale, l’alchimista, la produttrice di gioielli per le guerriere.



L’area interessata agli eventi era vasta, di conseguenza il pubblico ha potuto passeggiare tra le vie e le piazze del paese, scoprendo curiosità sul medioevo che riguardavano i prodotti, le attrezzature, l’artigianato. Tra l’altro gli artigiani arrivavano da tutta Italia e molti di loro portano avanti una passione per quel periodo storico e per gli usi antichi, è proprio questa passione che emerge dalle loro produzioni, come nel caso dell’artista sardo che dipinge magnifiche tavole di legno con scene medievali, per poi antichizzarle.

Insomma, anche quest’anno l’evento, adesso gestito dal Comune e dalla Proloco, si è attestato come una delle rievocazioni più interessanti nel panorama italiano, quali novità ci aspetteranno per il 2027?
Immagini di Marino Olivieri ph
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